L’emergenza sanitaria del Covid 19 mi ha portato a sperimentare e ad approfondire le caratteristiche e la funzionalità di interventi psicologici e psicoterapeutici – individuali e di gruppo – in modalità on line, rispetto ai quali, almeno inizialmente, nutrivo molti dubbi e resistenze personali.
Ora posso certamente affermare che il filo che mi legava ai pazienti è sopravvissuto alla pandemia e alle conseguenti restrizioni grazie alla continuità garantita dal passaggio alla relazione terapeutica mediata dallo schermo.
Aumentano i livelli e le potenzialità
Lo schermo può diventare spazio potenziale in cui l’incontro avviene attraverso un processo creativo che può essere amplificato dalle opportunità del digitale e del web. La psicoterapia on line è caratterizzata da una maggiore complessità, poiché aumentano i piani e i livelli di comunicazione e relazione, come anche da maggiore flessibilità di setting e da maggiori opportunità e risorse.
Tra le potenzialità che la psicoterapia espressiva mantiene nel setting on line vi è sicuramente la consuetudine alla “tri-relazione” (Della Cagnoletta, 2010) data dal fatto che la creazione del prodotto artistico, sia esso un’immagine o un gesto/movimento, si pone come terzo polo e mediatore della comunicazione tra paziente e terapeuta espressivo.
Nel setting on line, lo schermo è il mediatore della relazione, un terzo digitale che nel setting espressivo diventa anche mediatore del processo creativo e contenitore di potenzialità e funzionalità che possono facilitarlo e rinnovarlo.
Il terzo digitale: mediatore tra i due soggetti in relazione
Il computer sembra avere funzioni simili a quelle dell’ “oggetto transizionale”, di cui ha parlato per primo Donald W. Winnicott (1951) riferendosi a quell’oggetto materiale (peluche, coperta..) capace di soddisfare, nel lattante, la rappresentazione di un qualcosa relativo all’unione con la madre. Un “non me” che proviene dall’esterno e che il bambino percepisce come un possesso che lui stesso ha creato.
Il computer può quindi facilitare la creazione di questa terza area intermedia, che Mary Stark Whitehouse (1970) definisce il “terzo elemento”: lo spazio in cui avvengono gli scambi tra i due soggetti e in cui si può ricreare il ritmo della relazione incarnata.
Il processo di sintonizzazione e regolazione, che caratterizza ogni processo psicoterapeutico, avviene nel setting on line attraverso uno schermo che diventa elemento del campo intersoggettivo e mediatore della presenza incarnata.